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Calcio, bufera sulla Fifa: il Qatar "avrebbe pagato tangenti per avere i Mondiali del 2022"

Secondo il “Sunday Times”, l’allora membro esecutivo della Fifa per il Qatar, Mohamed Bin Hammam, avrebbe versato tangenti per svariati milioni di dollari per ottenere il sostegno internazionale alla candidatura dell’emirato. Da Doha la smentita: "Nessuna irregolarità"

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Lo stadio di calcio del Qatar progettato da Zaha Hadid
Roma

Alla vigilia della coppa del Mondo in Brasile è tempesta sulla Fifa che dovrà rispondere del sospetto di corruzione per la controversa decisione di aver attribuito i Mondiali di Calcio del 2022 al Qatar. Il Sunday Times ha ottenuto migliaia di documenti riservati - e-mail, lettere e trasferimenti bancari - che sarebbero una prova del fatto che un ex dirigente della Fifa, Mohammed Bin Hammam, all'epoca membro per il Qatar, avrebbe pagato 5 milioni di dollari (3,7 milioni di euro) ai responsabili di calcio africani per comprare la designazione, dirigenti che, pur non avendo diritto di voto, avrebbero influito sul risultato. Il Qatar, con una nota "nega con veemenza tutte le accuse di irregolarità".

Ben Hammam, di origine qatariota e anche ex presidente della Commissione Asiatica di Calcio tra il 2002 e il 2011, si dimise anche dalla Fifa nel 2012 poco dopo esser stato messo al bando a vita dagli organi di governo del calcio per il sospetto di corruzione. I sospetti non sono nuovi tanto che la Fifa sta già indagando sulle due votazioni che in contemporanea, nel 2012, assegnarono i Mondiali del 2022 al Qatar e alla Russia, per il 2018. La conclusione dell'inchiesta affidata allo statunitense, Michael Garcia, è attesa per la fine dell'anno. Garcia dovrebbe incontrare proprio domani in Oman i responsabili del comitato organizzatore di Doha; ma non è escluso adesso che, alla luce delle rivelazione del Times, l'incontro sarà rinviato.

Secondo il Sunday il materiale, ottenuto dopo l'analisi di un data base elettronico, proverebbe l'esistenza di dieci fondi controllati dalla Kemco, l'azienda di costruzioni del milionario qatariota, dai quali risulterebbero un miriade di pagamenti, e anche transazioni cash fino a 200mila dollari, verso i conti bancari dei presidenti di 30 associazioni di footbal africane. L'ex dirigente Fifa avrebbe organizzato anche banchetti e ricevimenti per 'convincere' i suoi interlocutori. Secondo il quotdiano londinese, Ben Hammam versò anche 1,6 milioni di dollari, mesi prima della votazione, nei conti bancari controllati da un altro ex dirigente della Fifa, Jack Warner, membro del comitato per Trinidad e Tobago. Warner è stato uno delle 22 persone che nel 2010 decisero per i Mondiali in Russia e in Qatar, votazioni che si tennero insieme; e nel 2011 è anche lui si è dimesso. Due mesi fa, anche il Daily Telegraph aveva denunciato che una società proprietà di Hammam avrebbe versato soldi a Warner. Nè Bin Hammam nè il figlio hanno voluto commentare le rivelazioni del quotidiano britannico, che ha promesso di dettagliare nelle prossime settimane le sue denunce.

Certo, per i Mondiali di Calcio nel paese arabo è un'altra tegola. Lo stesso gran capo della Fifa, Sepp Blatter, a maggio ha ammesso che la scelta è stata un errore. La scelta del Qatar, un Paese che praticamente non ha alcuna storia calcistica, ha da sempre suscitato perplessità anche per il solo fatto che i calciatori avranno grande difficoltà a giocare nel caldo soffocante e umido del piccolo emirato nella penisola arabica.