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MONDO

COP21, Bloomberg a capo della task force sui rischi finanziari del clima

L'ex sindaco di New York sarà il leader di un'iniziativa senza precedenti per consentire alle aziende di tutto il mondo di rendere pubblici i rischi dell'esposizione finanziaria al cambiamento climatico. Il Financial Stability Board ha infatti annunciato che metterà a punto le linee guida che consentiranno alle società di rivelare i rischi per i loro conti derivanti dal clima.

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di Cristina Raschio
Michael Bloomberg, ex sindaco di New York e a capo di uno tra i più grandi colossi dell'informazione finanziaria mondiale, sarà il leader di un'iniziativa senza precedenti: consentire alle aziende di tutto il mondo di rendere pubblici i rischi dell'esposizione finanziaria al cambiamento climatico. Se l'umanità non riuscirà a limitare le emissioni di Co2, ci saranno rischi finanziari seri oltre, naturalmente, a un futuro aumento del livello degli oceani, inondazioni, uragani e siccità killer. Il Financial Stability Board, l'autorità di sorveglianza nata nel 2008 dopo il fallimento di Lehman Brothers e che rappresenta i Paesi del G20, ha annunciato che metterà a punto un vademecum, delle linee guida, che consentiranno alle società di rilevare i rischi per i loro conti derivanti dal clima. 
Il gruppo di lavoro ha come obiettivo quello di far sì che le compagnie di tutto il mondo diano agli investitori informazioni chiare e affidabili informazioni sui rischi che corrono con il riscaldamento globale.
Mark Carney, governatore della Banca d'Inghilterra ed ex presidente del Financial Stability Board, a settembre aveva già avvertito il comparto assicurativo che gli investitori devono affrontare un'esposizione "potenzialmente enorme" alle sfide del cambiamento climatico. La nuova task force aiuterà, quindi, gli investitori a "capire e gestire meglio" i rischi collegati al clima.
"E' cruciale - ha detto l'ex sindaco di New York - che aziende e investitori comprendano i rischi posti dal cambiamento climatico, ma al momento c'è troppo poca trasparenza su questi rischi". I negoziatori sul clima si danno battaglia a Parigi sulla promessa dei Paesi sviluppati di mobilitare cento miliardi di dollari l'anno fino al 2020 per aiutare i Paesi in via di sviluppo a passare a energie pulite. "Ma la realtà è che migliaia di miliardi di dollari di investimenti passano già dai carburanti fossili agli asset a bassa CO2" ha detto Bloomberg. "Una migliore disclosure dell'esposizione finanziaria al clima può accelerare la transizione".