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SCIENZA

Cop21. Pubblico e privato insieme per la cooperazione ambientale in Africa

Presentato a Parigi il protocollo di intesa tra il ministero dell'Ambiente e la fondazione E4Impact per formare in diversi Paesi africani nuovi imprenditori locali e docenti in materia ambientale

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Da solo il pubblico non ce la fa, non può farcela. Il problema ambientale, il trasferimento delle tecnologie ai paesi poveri o in via di sviluppo passa anche e soprattutto dalle imprese, il vero motore dello sviluppo economico, ma anche attraverso l'educazione, la formazione ad alti livelli. L'unione tra pubblico e privato nella lotta al cambiamento climatico può essere, quindi, una sfida tutta da giocarsi e magari da vincere. E proprio in quest'ottica, alla Cop 21 di Parigi è stato siglato un protocollo di intesa ad hoc tra la fondazione E4Impact e il ministero dell'Ambiente. L'obiettivo è quello di rafforzare e innovare le azioni di supporto e cooperazione in campo ambientale in Kenya, Uganda, Costa d'Avorio, Ghana, Costa d'Avorio, Senegal, Nigeria, Tanzania ed Etiopia. A presentare il protocollo Letizia Moratti della Fondazione E4Impact e il ministro dell'Ambiente Galletti secondo cui "la Cop21 riuscirà se tutta l'economia capirà l'importanza del dopo Parigi, allora sì che ci sarà un nuovo business economico".

La forma del protocollo permetterà di promuovere un processo di sviluppo green dei Paesi Africani. Ad oggi la fondazione, nata lo scorso settembre per iniziativa di Securfin, Mapeip, Salini-Impregilo, l'università Cattolica del Sacro Cuore e l'associazione Always, forma nuovi imprenditori africani attraverso programmi universitari executive e fa da ponte tra le imprese italiane che vogliono operare in Africa. Un modo per creare sviluppo, ma anche per cercare di risolvere il problema dell'immigrazione facendo sì, come ha detto Letizia Moratti, che le persone rimangano a vivere nel proprio Paese lavorando e non dovendo rinunciare alle proprie tradizioni e alla propria cultura.