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MONDO

La consultazione sulle misure proposte dalla ex Trojka per il debito di Atene

Grecia, Varoufakis: "Se vince il sì al referendum, mi dimetto"

Mentre i sondaggi attestano un leggero vantaggio per il sì, il presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem afferma: "La vittoria del no non rafforzerebbe la posizione di Tsipras"

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Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis lo dice chiaramente: "Se vince il sì, mi dimetto". Le sue parole fanno da eco anche a quelle del premier Alexis Tsipras: per il suo governo, dunque, la partita del 5 luglio è esiziale. E questo, mentre i  sondaggi attestano in leggero vantaggio i sì al piano di ristrutturazione proposto dalla ex Trojka. 

Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijssembloem però avverte: "Se vinceranno i no sarà incredibilmente difficile trovare un nuovo salvataggio".  Parlando al Parlamento olandese ha detto: "Se il risultato è 'no', come puoi accettare un programma?". 

Varoufakis: "Voglio disperatamente restare nell'Euro"
Secondo Varoufakis, "la vittoria del “no darebbe il là a un nuovo round di trattative che potrebbero portare a un accordo anche nel giro di un’ora”. "Necessariamente l’eventuale nuova intesa dovrà includere la ristrutturazione del debito ellenico", sottolinea il ministro. Nonostante finora “la Grecia sia stata trattata come una colonia debitrice priva di diritti”, “vogliamo disperatamente restare nell’euro” chiosa Varoufakis.
Il ministro ha poi precisato che le banche greche "apriranno regolarmente martedì" prossimo.

I sondaggi: leggero vantaggio per il sì
Secondo un nuovo studio della società Gpo il 47% degli intervistati è orientato a votare per l’accordo sulla base delle richieste dei creditori, mentre i favorevoli al no sono il 43%. Si tratta di un testa a testa, anche perché le interviste di mercoledì attestavano  il sì al 37% e il no al 46%, con un’ampia fetta di indecisi (17%). 

Dijsselbloem: "Il no non rafforzerebbe Tsipras"
Una vittoria dei no al referendum di domenica in Grecia "non rafforzerà il negoziato", mettendo Atene e l'Europa in una "posizione molto difficile. Lo sostiene il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, secondo il quale chi votera' si' consentira' di
"migliorare la prospettiva di una ripresa dei negoziati".
Inoltre il referendum, secondo il numero uno dell'Eurogruppo - che ha deciso di sospendere i negoziati fino al 5 luglio - rappresenta un pronunciamento per capire "se i greci sono preparati ad accettare una dolorosa austerita'". Dijsselbloem sostiene anche che i leader greci hanno "fatto a pezzi" le proposte delle istituzioni, mentre la discussione con le autorità elleniche sono "diventate molto politicizzate" e questo "fa perdere tempo". 

S&P: "Grexit avrebbe effetti contenuti sull'Eurozona"
"Un'eventuale Grexit avrà conseguenze severe per l'economia greca, le banche e le
aziende non finanziarie", mentre l'impatto sull'Eurozona "sarà contenuto" e "nell'immediato potrebbe non avere impatto negativo sui rating sovrani dell'Eurozona". Lo prevede l'agenzia internazionale di rating Standard & Poor's. 

Il Presidente Greco annulla visita a Berlino
Il presidente greco Prokopis Pavlopoulos ha annullato la sua visita di Stato al presidente Joachim Gauck. Lo ha scritto Spiegel on line. La visita era in programma per il prossimo martedì.

Hollande: "Il no ci porterebbe in un territorio sconosciuto"
Il presidente francese François Hollande dice "Se al referendum di domenica prossima in Grecia vince il fronte del "no", "entriamo in un territorio sconosciuto". Il numero uno dell'Eliseo ha rotto il fronte con la Germania di Angela Merkel e propende per un accordo con il goerno Tsipras. 

Moody's taglia il rating
L'agenzia Moody's taglia il rating della Grecia portandolo da Caa2 a Caa3, peggiorando cioè il livello fissato solo nello scorso aprile. Una mossa che gli analisti fanno "indipendentemente" dall'indizione del referendum di domenica, che rappresenta comunque un "rischio aggiuntivo" per i creditori privati. A pesare, comunque, è la distanza tra le richieste di Atene e la disponibilità delle istituzioni internazionali ad accogliere, per come si è mostrata chiaramente nell'ambito dei sette Eurogruppi convocati nelle ultime due settimane.