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ITALIA

Stralci dal verbale dell'interrogatorio

Mafia Capitale, la verità di Odevaine: "Totti pagò i vigili in nero per scortare i figli"

Odevaine: "Alemanno, nel giro di qualche anno, individuò nel 'sistema Buzzi' il riferimento nel settore del sociale per l'aggiudicazione dei lavori". Poi tira in ballo Francesco Totti: avrebbe "pagato 'in nero' alcuni vigili urbani" per "scortare" i suoi figli

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La verità di Luca Odevaine è nelle mani dei pm, consegnata nelle carte depositate dalla Procura ai giudici della X sezione penale. Un verbale di interrogatorio, svolto il 15 ottobre con il pm Paolo Ielo, per raccontare il passato recente dell'amministrazione comunale a Roma, in particolare quella guidata da Gianni Alemanno. Ma c'è spazio anche per altro. Odevaine tira in ballo Francesco Totti sostenendo che in passato ha pagato in nero vigili urbani per controllare i figli dopo voci di un progetto di rapimento. Nessun commento ufficiale da parte del capitano della Roma, a quanto filtra dal suo staff la segnalazione del rischio di rapimento di uno dei figli effettivamente arrivò e subito fu sporta denuncia: la vicenda, sempre secondo le stesse fonti, era insomma nota alle autorità e terminò quando tutto si rivelò una "bufala".

Le accuse a Alemanno
Odevaine, nelle dichiarazioni ai pm, si sofferma principalmente sull'amministrazione che si insediò in Campidoglio nel 2008. "La destra non aveva soggetti economici di riferimento", e quindi "l'amministrazione Alemanno, nel giro di qualche anno, individuò nel 'sistema Buzzi' il riferimento nel settore del sociale per l'aggiudicazione dei lavori".  Quando, nell'aprile 2008, divenne primo cittadino Gianni Alemanno - si legge nel verbale depositato il 5 novembre - "il nuovo sindaco mi chiese di rimanere fino a luglio". Insomma "non credeva di vincere e quindi non aveva una classe dirigente pronta al governo della città. Io accettai e in tale periodo egli mi presentò Riccardo Mancini e l'onorevole Vincenzo Piso, indicandomeli come interlocutori per suo conto per tutte le questioni di mio interesse". I due "nella gestione del comune, mi dissero di voler inserire nei ruoli apicali e dirigenziali persone che, a prescindere dalla loro competenza e dalla competenza di chi in precedenza rivestiva quei ruoli, fossero di loro fiducia".

Ex sindaco si difende: "Calunnie"
Sul punto l'ex sindaco afferma che Odevaine lo "ha nuovamente inondato di chiacchiere e calunnie in libertà basandosi su una serie di "sentito dire" e di teoremi personali".

Licenze ai camion bar
Nel verbale, depositato il 5 novembre, fornisce anche dettagli sul monopolio che le amministrazioni comunali hanno affidato ai cosiddetti camion-bar. "Di 500 licenze rilasciate, 430 erano tutte intestate a membri della famiglia Tredicine-Falasca che, fino all'avvento di Giordano Tredicine al consiglio comunale, finanziava tutta la politica romana".

Accuse a Caltagirone, annunciate querele
Nel corso del colloquio con i magistrati c'e' spazio anche per una presunta tangente elargita per i lavori alla Bufalotta. Odevaine sostiene che Riccardo Mancini, ex braccio destro di Alemanno e indagato in Mafia Capitale, gli disse "che era stata pattuita una tangente, pagata da Caltagirone, in relazione a uell'affare edilizio, nella direzione di Marroni, Francesco Smedile (presidente commissione urbanistica) e Alemanno". Marroni, oggi deputato Pd, ha annunciato querela, precisando: "Odevaine mente". Anche il Gruppo Caltagirone ha annunciato querela specificando di non aver avuto rapporti con Smedile, Marroni e Mancini.

"False le dichiarazioni di Buzzi"
Infine Odevaine torna su alcune dichiarazioni di Buzzi chiarendo, a suo dire, che "sono false le sue dichiarazioni in relazione ad una tangente pagata a Nicola Zingaretti sul Palazzo della Provincia". E' falso - secondo lui - quanto dichiarato dal ras delle cooperative sulla tangente destinata oltre che all'attuale presidente del Lazio anche a "Peppe Cionci (braccio destro di Zingaretti ndr), Maurizio Venafro (ex capo di gabinetto del governatore ndr) e Antonio Calicchia".