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MONDO

Usa 2016

Trump conquista la Casa Bianca. "Sarò presidente di tutti gli americani, nessuno resterà indietro"

La sconfitta Hillary Clinton nel pomeriggio parlerà ai suoi sostenitori 

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'Mi dispiace avervi fatto aspettare''. Sono state queste le prime parole di Donald Trump presidente. Il tycoon parla all'Hilton, là dove i suoi sostenitori lo attendevano per il 'Victory party', per festeggiare una vittoria che ha lasciato attoniti i democratici, gli analisti e una buona parte dell'opinione pubblica internazionale, che sintetizza lo stupore nei titoli di apertura dei quotidiani. Una vittoria che ha annichilito quella larga fetta di elettorato, fino a ieri galvanizzato dai sondaggi dell'ultima ora. Davano la vittoria, seppur risicata, a Hillary.

Le bandierine blu del partito dell'Asinello hanno lentamente lasciato il Jarvits Center già intorno alle 7 di questa mattina (ora italiana), quando, cioè, le speranze di una rimonta di Clinton erano cadute. "Devastante!" commentavano i supporter dell'ex first lady, mentre John Podesta, capo della campagna Clinton, annunciava che Hillary "non parlerà questa notte". E che ogni singolo voto doveva essere contato.

La fine è arrivata. E Hillary ha telefonato al vincitore- voci di corridoio dicono sollecitata dal capo staff repubblicano- ammettendo la sconfitta. "Mi ha chiamato e si è congratulata con noi" dice Trump dal palco della mega sala da ballo dell'Hilton, mentre le note della colonna sonora di 'Air Force One' accompagnano il tifo pazzesco che si scatena a ogni sua frase. A 70 anni, ha coronato il suo ultimo, più ambizioso e improbabile sogno: quello di essere eletto Presidente degli Stati Uniti. 

Dopo settimane e mesi in cui l'aveva chiamata 'crooked Hillary' (la 'corrotta') e 'nasty woman' ('donna cattiva'), il tycoon usa toni decisamente più concilianti: "Hillary ha lavorato a lungo e duramente per tanto tempo. E ho nei suoi confronti un debito di gratitudine per il suo servizio al Paese. Lo penso davvero". Riconosce che la sfida contro l'ex segretario di Stato è stata "difficile".

Nel pomeriggio la Clinton parlerà ai sui sostenitori per la prima volta dopo sconfitta
La candidata democratica Hillary Clinton si prepara intanto a parlare ai suoi sostenitori. Sarà la prima volta dopo la clamorosa sconfitta. Lo si legge in un comunicato del suo staff.

Dopo una campagna elettorale sopra le righe e piena di colpi di scena, Trump ne ha messo a segno uno fino alla fine, aggiudicandosi la Casa Bianca. Lo fa dicendo che "è tempo per noi di unirci come popolo unito" e che "nessun sogno è troppo grande". "Mi impegno con ogni cittadino di essere il presidente di ogni americano, e questo per me è molto importante. Per quelli che non mi hanno scelto, mi rivolgo a voi per consigli e indicazioni con l'intento di unire il nostro Paese. La nostra non è stata una campagna, ma un movimento incredibile" che intende "rinnovare il sogno americano". Accanto a lui, i figli Eric, Donald junior, Ivanka e la moglie Melania. E' stata lei ad accoglierlo appena giù dal palco, lei che nei giorni dello scandalo sessuale chiedeva agli americani di "perdonare Donald, come ho fatto io". Suggella la notizia della vittoria con un bacio. Anche Melania, oggi, corona un sogno: la giovanissima modella slovena arrivata negli Usa per cogliere il sogno americano, la donna che all'inizio ha sbarcato il lunario lavorando senza permesso di soggiorno, di strada ne ha fatta tanta. Quello di oggi, è l'ultimo mattone del castello che si è costruita: sarà First Lady.

"Tutti gli americani godranno dell'opportunità di sprigionare appieno il loro potenziale" assicura il tycoon dal palco, "nessuno resterà indietro, nessuno sarà dimenticato". "Ricostruiremo le nostre strade- dice- i nostri ponti, le nostre scuole. Ricostruiremo l'America e investiremo milioni per farlo".

Il discorso di Donald Trump nella ballroom dell'Hilton
 

Quanto al fronte internazionale, Trump assicura che vuole "buoni rapporti con l'estero" e che sarà "giusto con tutti i popoli e le nazioni". "Con il mondo cercheremo alleanze, non conflitti, e - assicura - gli Usa andranno d'accordo con tutti coloro che vorranno andare d'accordo con noi". "Voglio dire alla comunità internazionale che metteremo sempre gli interessi dell'America dinanzi e ci comporteremo in maniera giusta con tutti i popoli e le altre nazioni". "Lavoreremo con tutte le nazioni che saranno disponibili a lavorare con noi: l'America non si accontenterà più di nulla che non sia il meglio. Dobbiamo rilanciare il destino del nostro Paese, il suo grande sogno, con coraggio e audacia".

Obama ha chiamato il suo successore per congratularsi e lo ha invitato domani alla Casa Bianca. Bisogna preparare la transizione dei poteri. Trump sarà formalmente eletto il 12 dicembre ed entrerà in carica il 20 gennaio 2017. Non poteva mancare la telefonata a Hillary. Alla sua ex segretaria di Stato, il presidente ha espresso "ammirazione per la forte campagna che ha condotto in tutto il Paese".

Intanto, lo shock peggiore alla notizia della sua vittoria è stato quello dei mercati finanziari. La Borsa di Tokyo ha chiuso in calo del 5,36%, tanto che è stata convocata una riunione d'emergenza del governo.  A Wall Street, i future registrano perdite che superano il 5%, per contro l'oro, considerato un bene rifugio nei momenti di crisi, guadagna il 5,4%, a 1337 dollari l'oncia. Sulla scia le Borse europee hanno aperto in forte calo, giù mediamente di oltre il 2%.

Per Trump 276 grandi elettori
Trump si è aggiudicato i 276 grandi elettori necessari a battere la candidata democratica nella corsa per la presidenza, al termine di una delle campagne elettorali più divisive che gli States abbiano mai vissuto. Nell'Election Day, gli americani hanno anche votato per rinnovare Camera e Senato, che sono rimasti saldamente in mano ai repubblicani, annientando le speranze dei democratici, che speravano di tornare a controllare il Congresso l'anno prossimo. Gli avversari di Trump si devono accontentare di una manciata di seggi guadagnati alla Camera, comunque appunto non sufficienti ad arrivare alla maggioranza.

Ora il presidente Trump, con un Congresso completamente dalla sua parte, potrà portare avanti quello che ha promesso in campagna elettorale, ovvero rivedere e ribaltare ampia parte delle politiche portate avanti durante il doppio mandato del suo predecessore, Barack Obama, a partire dalla riforma della sanità e dagli accordi sul nucleare iraniano raggiunti l'anno scorso. Se è vero che, soprattutto al Senato, i democratici potranno cercare di mettersi di traverso su molte questioni, è vero anche che avranno poco margine di manovra.


Comincia a New York la storia del 45esimo presidente Usa
La sua storia era cominciata a New York City, nel quartiere di Queens, penultimo di cinque figli di un costruttore. A 13 anni il padre, considerandolo troppo ribelle, lo aveva mandato a studiare presso la New York Military Academy. Da qui, dove conquistò subito fama di playboy, finì poi a studiare per una laurea in economia alla Wharton School della University of Pennsylvania nel 1968. Tre anni dopo, il suo carattere deciso lo porta al comando della società del padre Fred, che ribattezzerà Trump Organization. Determinato a sbarcare nel cuore di Manhattan, mette a segno nel 1983 la costruzione dell'iconico grattacielo della Trump Tower sulla Quinta Avenue con spazi commerciali e appartamenti di lusso. Ma rimane un outsider nei circoli del grande business della città, considerato troppo flamboyant, frequentatore di club e modelle.

La prima avventura politica senza fortuna la tenta in realtà già nel 2000, cercando la nomination del piccolo Reform Party. Poi ci sono gli anni, più fortunati, della televisione: presenta a co-produce lo show di successo The Apprentice tra il 2004 e il 2015. Assai meno bene erano invece andate in precedenza a finire le espansioni nel gioco d'azzardo ad Atlantic City in particolare: i suoi casinò e hotel hanno dichiarato l'amministrazione controllata ben sei volte a partire dagli anni Novanta. In quel periodo lo spettro del fallimento aleggiò costantemente su di lui.

La candidatura per la nomination repubblicana scatta nel 2015, quando scende in campo contro 16 altri candidati, che lo sottovalutano, forte di un messaggio populista che promette di proteggere anzitutto i ceti medio bassi bianchi spesso emarginati dalla politica e dall'economia. Aveva preparato la sua campagna acquisendo credibilità tra le basi del partito con attacchi al presidente democratico Barack Obama. Nel giro di pochi mesi sbaraglia la concorrenza e diventa il candidato del partito nonostante le forti resistenze di numerosi dei suoi notabili che lo giudicano impresentabile. Le controversie sul suo passato esplodono e lo seguono, ma non fermano la sua corsa alla Casa Bianca, sostenuta dalla sua capacità di rivolgersi al disagio di parte del Paese e dalle debolezze del candidato democratico Hillary Clinton. Sospetti affiorano sul suo reddito, se davvero sia ricco come sostiene (10 miliardi di dollari), su tasse mai pagate per anni facendo registrare perdite di business per quasi un miliardo, sui mancati compensi per i fornitori, sulle truffe da parte della sua Fondazione (usata per coprire spese personali) e della sua Trump University (ai danni di iscritti che non avevano ricevuto i corsi promessi). Lo scandalo piu' grave esplode con registrazioni di commenti offensivi sulle donne e con accuse da parte di numerose donne di aver subito da lui soprusi sessuali.