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ITALIA

Il processo di appello

Cucchi, la rivelazione di un avvocato: lo vidi "pestato" prima dell'udienza di convalida

L'avvocato di parte civile ha chiesto di mettere agli atti un'email inviata di recente dall'avvocato Maria Tiso, nella quale la donna racconta le condizioni in cui vide il giovane geometra davanti all'aula 17 il 16 ottobre 2009

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Stefano Cucchi (Ansa)
Roma
C'è un avvocato che, trovandosi per caso davanti all'aula di udienza dove fu convalidato l'arresto di Stefano Cucchi - il geometra romano arrestato per droga nell'ottobre 2009 e morto una settimana dopo nel reparto detenuti dell'Ospedale Pertini di Roma - vide il giovane in condizioni tali da far pensare a un "pestaggio subito". L'avvocato Maria Tiso avrebbe contattato di recente la sorella del giovane per raccontare quanto visto quel 16 ottobre 2009 davanti all'aula 17 del tribunale. La novità è emersa stamane nel corso del processo d'appello durante l'intervento del legale di parte civile, Fabio Anselmo.

Lo scorso 23 settembre, nel corso della requisitoria al processo di appello, il Procuratore generale, Mario Remus ha chiesto il ribaltamento della sentenza di primo grado e la condanna per tutti gli imputati del processo. 

"Cucchi aveva volto arrossato e gonfio"
Cucchi, secondo quanto riportato dalla Tiso, arrivò scortato da due carabinieri in uniforme. "Di corporatura esile - si legge - aveva il volto, ed in particolare gli occhi, estremamente arrossato e gonfio, come recante delle tumefazioni. Era come se sotto gli occhi avesse quelle che in gergo comune sono individuate come 'borse' gonfie e di un colore tendente al violaceo. Aveva un'aria di sicuro molto provata. Mentre si dirigeva abbastanza lentamente verso l`aula di udienza, mostrava difficoltà nel camminare; appariva come irrigidito nella coordinazione della deambulazione e se non ricordo male, non sollevava del tutto i piedi da terra ma sembrava trascinarli in avanti ad ogni passo".

Pestaggio avvenuto prima dell'udienza di convalida
Il pestaggio secondo l'avvocato Anselmo sarebbe avvenuto prima dell'udienza di convalida e non dopo come indicato dal magistrato Mario Remus, che nella scorsa udienza ha chiesto la condanna di tutti gli imputati: dei medici Aldo Fierro (a 3 anni), Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo (a 2 anni ciascuno); degli infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe (a un anno ciascuno), degli agenti della Penitenziaria Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici (a 2 anni ciascuno). In primo grado, erano stati condannati solo i medici.