#chehashtagchefa 4 Novembre 2016
Usa 2016, la campagna è anche sul web
Come può cambiare le cose chi è a Washington da 30 anni? dice questo spot di Donald Trump, il più trasmesso nella prima fase della campagna del candidato repubblicano. Negli ultimi giorni lo staff di Hillary Clinton ha più che raddoppiato la spesa per poubblicità: da 14 milioni di dollari a 32 e 4, secondo Kantar Media. Pochi giorni al voto, i candidati concentrano gli sforzi negli stati in bilico: Florida, Michigan, Nevada, Colorado, New Mexico, Iowa
E' qui che si tengono gli ultimi comizi, è qui che la pioggia di spot in tv è più intensa.
Ma la campagna è anche sul web. E qui la strategia del magnate repubblicano punta sui DARK POST: l'obiettivo è screditare Hillary Clinton sui social network. E così sui profili FACEBOOK di cittadini afroamericani compaiono le parole della Clinton sui 'super predatori', i neri criminali delle periferie. Parole del 1996, ma quello che conta è che possono servire, ora, a tenere lontano dai seggi potenziali elettori democratici afroamericani. Il regista di questa campagna digitale è Brad Parscale, che all'ultimo dibattito tv TRUMP-CLINTON aveva un arsenale di 400 tweet pronti da sparare... Questa strategia digitale ha identificato altri due gruppi di elettori da colpire: i liberals e le donne. Il vantaggio che offre una piattaforma come FACEBOOK è che uno specifico messaggio non è disperso, arriva solo a specifiche fasce di popolazione. Per questo, secondo BLOOMBERG, Trump ha investito solo sui social media 70 milioni di dollari. Al cuore delle donne punta anche uno spot tv - LAURA - con il 98% di penetrazione nazionale secondo i pubblicitari: lo hanno visto tutti, insomma.Una madre in lacrime racconta del figlio ucciso da un immigrato entrato negli Stati Stati Uniti da clandestino, grazie a politiche di controllo dei confini come quelle proposte da Hillary Clinton.
Altro fattore importante, la partecipazione al voto: in alcuni stati gli elettori registrati sono aumentati anche di una ventina di volte in pochi giorni, dopo che FACEBOOK ha pubblicato un link per registrarsi con pochi click. Un tasto battuto dalla campagna Clinton, invece, è l'inadeguatezza di Trump come presidente: chi gli affiderebbe la sicurezza nazionale? Chi l'avrebbe messa nelle mani del repubblicano Barry Goldwater, nel 1964? Allora lo staff del candidato democratico Lyndon Johnson lanciò uno spot con una bambina che contava i petali di una margherita fino a quando veniva interrotta dalla voce di un conto alla rovescia - seguito da una esplosione nucleare. Oggi la stessa DAISY di allora, l'attrice Monique Corzilius Luiz, dice che non avrebbe mai immaginato che i bambini di ora avrebbero visto comparire di nuovo quella paura di una guerra nucleare. Non ci si può non fidare di un Trump commander in chief. Vediamo lo spot più evocativo della campagna Clinton.
In mezzo a tante armi di comunicazione politica, sul web dilaga l'ironia. Chiudiamo allora con il sostegno di un attore, James Franco, a Hillary Clinton: non ha solo portato l'Iran al tavolo del negoziato, lei ha fabbricato il tavolo. Lo YODA di Guerre stellari è stato allievo di Hillary. E' lei la donna più interessante al mondo. Visto più di mezzo milione di volte su Instagram, l'endorsement più bizzarro per la Clinton..